colonie di gatti e branchi di bastardini gestiti da famiglie monoreddito o da anziani con la pensione minima. Vengono definiti gattari, cagnari o più genericamente animalisti. Molti di voi loderanno queste persone che ritagliano tanta parte del loro ingresso economico per mantenere queste bestiole. Riflettiamo insieme. Indubbio è l’amore di queste persone per il regno animale e non esiste secondo fine nel loro modo di fare se non quello di aiutare queste creature meno fortunate perché abbandonate o trovatelle. A ben vedere però gli animali tenuti da queste persone spesso non sono vaccinati, non fanno trattamenti antiparassitari e non fanno mai una visita veterinaria nell’arco dell’anno. Essendo tante le “bocche da sfamare” si comprano mangimi molto economici, di ditte definite “da prezzo” perché hanno il solo obiettivo di costare poco e non di produrre alimenti di qualità. Questa alimentazione non garantisce la salute dell’animale che la consuma e sul lungo termine può essere causa di malattie croniche, come:
- intolleranze;
- obesità, diabete;
- insufficienze epatiche o renali