Leishmaniosi è una malattia purtroppo ben conosciuta nel nostro Paese, soprattutto dai proprietari di cani; è in questo animale, infatti, che si manifesta frequentemente ed in tutta la sua gravità. E’ causata da un protozoo, un organismo monocellulare (esseri viventi diversi dai batteri, costituiti da un’unica cellula nucleata, insensibili all’azione degli antibiotici). Questo microrganismo si insedia negli apparati adibiti alla difesa dell’ospite, linfonodi e milza, procurando una malattia ad evoluzione lenta e spesso inesorabile, fino a portare a morte il soggetto. La leishmaniosi è dunque una malattia cronica a decorso lento, i sintomi possono comparire anche dopo un anno che si è contratta. La via di trasmissione non è diretta; un animale malato non è pericoloso per uno sano, neppure se vivono in stretto contatto. Per la sua diffusione è necessaria la presenza di un piccolo insetto pungitore, il Flebotomo o Pappatacio. L’artropode si infetta pungendo un animale malato e trasmette poi la malattia ad un altro soggetto sano quando lo punge, inoculando il protozoo. Tutto inizia con un lento e progressivo dimagramento del soggetto, l‘appetito è capriccioso, il cane si stanca facilmente, sulla cute compaiono lesioni furfuracee. Le lesioni cutanee possono persistere per tempi lunghissimi, resistenti a terapie locali. Mucose pallide, quindi anemia, problemi renali e oculari compaiono rapidamente. Si tratta chiaramente di una malattia sistemica, la febbre non ha un ruolo importante dal punto di vista diagnostico, la milza e i linfonodi si ingrossano, le lesioni cutanee tendono a complicarsi e il quadro peggiora per l’instaurasi di una patologia da immunocomplessi: l’organismo risponde con la produzione di anticorpi privi di azione neutralizzante nei confronti delle leishmanie, ma che si legano ad antigeni solubili e si depositano nei tessuti danneggiandoli (reni, vasi, occhi, articolazioni.). [Tweet “Il sospetto diagnostico va confermato tramite puntato linfonodale o per via indiretta con test di immunofluorescenza.”] E’ sempre consigliabile controllare periodicamente gli animali che vivono o soggiornano, anche per brevi periodi, in zone endemiche. La scelta terapeutica nei diversi casi di leishmaniosi viene gestita in maniera personalizzata a seconda delle indicazioni diverse da soggetto a soggetto.
[Tweet “A questo proposito diventa indispensabile tutto un corollario di esami”]. Funzionalità renale e proteine totali sono, ad esempio, indispensabili per conoscere l’evoluzione della malattia. La terapia è possibile specialmente in caso di diagnosi precoce, prima che si manifesti in tutta la sua gravità. Quella maggiormente impiegata ancora oggi consiste nell’impiego di antimoniato di n-metilglucamina per via parenterale (iniezioni),coadiuvata a farmaci alternativi, somministrati al cane per bocca, permettendo una gestione del problema sicuramente più agevole per il proprietario e spesso con buoni risultati.Nonostante ciò si tratta, comunque, di una malattia cronica di difficile risoluzione. Fondamentale è la prevenzione. Il pappatacio punge soprattutto nelle ore notturne e all’alba, la miglior cosa da fare contro il suo morso, potenzialmente pericolosissimo, è impiegare repellenti contro gli insetti volanti nell’ambiente dove si vive o direttamente sul mantello degli animali (collarini o prodotti spot on). Ovviamente i soggetti che pernottano all’esterno sono comunque più esposti alla puntura dell’insetto e quindi al contagio. Per controlli e diagnosi precoce non indugiate a contattarci presso la Neptunia Veterinaria, dove troverete tutte le risposte per i vostri amici a quattro zampe.]]>