causa infettiva di congiuntivite. I soggetti più a rischio sono i felini con meno di anno di vita. Le infezioni acute, caratterizzate da scolo oculare, iperemia congiuntivale e chemosi (edema della congiuntiva), possono essere accompagnate da scolo nasale, starnuti e talvolta polmonite.
Patogenesi della clamidiosi felina
Felis è un
agente patogeno comune nel gatto; la sua trasmissione necessita di uno stretto contatto tra gatti poiché questo agente patogeno non è molto resistente nell’ambiente esterno. I gatti più a rischio sono quelli che vivono in
colonie, in allevamento o in
gattili e i soggetti che guariscono possono eliminare
clamidie anche fino a 8 mesi dalla guarigione.
La clamidia è in grado di entrare in equilibrio con l’ospite causando una infezione persistente con possibilità di riattivazione in seguito ad eventi stressanti come infezioni virali (da herpes) o in seguito a parto e allattamento.
Segni clinici della clamidiosi felina
Le infezioni provocate da Chlamydiophila felis possono non manifestarsi con
segni clinici, possono interessare solo gli occhi con edema delle congiuntive o esclusivamente il
tratto intestinale o
genitale, possono essere generalizzate.
L’infezione interessa soggetti di età compresa tra le 5 settimane e i 9 mesi di età ed il periodo di incubazione è 5/10 giorni. La malattia persiste in media 3 settimane.
I primi segni di malattia sono rappresentati da
congiuntivite che interessa inizialmente un occhio solo, con scolo oculare abbondante inizialmente sieroso e poi muco-purulento. In seguito può manifestarsi
chemosi bilaterale (edema imponente della congiuntiva ad entrambi gli occhi).
Possono comparire anche scolo di materiale sieroso dalle narici, accessi di
tosse e
starnuti.
Di solito i gatti colpiti rimangono vivaci e continuano a mangiare. I
segni clinici oculari in genere sono autolimitanti, possono risolversi da soli, ma dopo una fase apparente di guarigione che dura 10-15 giorni, la sintomatologia può ripresentarsi. In concomitanza al parto o all’allattamento la malattia può manifestarsi nuovamente. I gatti che sono
portatori asintomatici (gatti malati ma senza sintomi) possono diffondere i
microorganismi nell’ambiente circostante e contagiare altri soggetti.
Diagnosi della clamidiosi felina
Felis può essere identificato mediante PCR su tamponi congiuntivali, con una sensibilità molto elevata. Altri esami diagnostici sono la
citologia; le
colture batteriche, i
test sierologici e l’
immunofluorescenza.
Trattamento della clamidiosi felina
Consiste nel curare l’
igiene dell’occhio con
lavaggi oculari giornalieri per rimuovere lo scolo e nella somministrazione di doxiciclina per via orale per almneo 4 settimane. Nei nuclei familiari in cui vivono più gatti si raccomanda il monitoraggio attento di tutti i soggetti a contatto fra loro ed il loro trattamento , nel tentativo di eliminare i potenziali portatori dell’infezione. In questi casi si può anche prendere in considerazione il successivo ricorso alla
vaccinazione.]]>